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"...E se raccoglierai un po' di Timo, di Regina dei Prati, di Calendula o di qualche altro fiore selvatico, non dimenticare di farlo con grande moderazione:
una volta essiccate, le virtù delle erbe sono di breve durata...
 
Rispetta la Natura ed Essa ti restituirà il favore centuplicato..."

Calendula

La calendula (Calendula officinalis) appartiene alla famiglia delle Composite e deriva dal latino calendae, cioè "primo giorno del mese", a indicare che fiorisce il primo giorno di ogni mese per tutto l'anno.

Altra ipotesi è che si chiami così da “calendario”, poiché segna il ritmo del giorno aprendosi al mattino e chiudendosi al tramonto. La tradizione contadina vuole che, se al mattino i fiori rimangono chiusi probabilmente pioverà. Per questo motivo, nei testi medievali era indicata col nome di Solis sponsa, ossia "sposa del sole".

La calendula è nota anche col nome popolare di "oro di Maria", forse per la proprietà del suo infuso di alleviare i dolori periodici femminili, evidenziandone così il legame con il femminile, con la Grande Madre; d’altro canto il suo seme uncinato ricorda una falce di luna. 

L'uso dei fiori di Calendula officinalis in ambito medicamentoso ha effetti antispasmodici e cicatrizzanti.

Il decotto prodotto con circa 50 g di fiori essiccati per litro d'acqua, è consigliato contro l'ulcera gastrica e l'afta; nell'uso domestico i fiori secchi si fanno macerare in olio d'oliva (50g per mezzo litro) per produrre un rimedio per bruciature e ustioni.

Si utilizza anche come impacco decongestionante.

Camomilla

Famiglia: Asteraceae (Compositae)

La Camomilla cresce spontanea in tutto il continente europeo, si trova comunemente nei luoghi erbosi, lungo le strade campestri e le siepi e fiorisce da Maggio a Settembre.

La camomilla è forse la pianta officinale più presente nella dispensa delle nostre case: il suo infuso profumato e fumante è così legato ai nostri ricordi serali da farcela considerare per antonomasia "pianta della buona notte". Ma tanto è antica e familiare che non ci rendiamo conto della sua importanza come pianta officinale. 

La sua attività è antinfiammatoria, antispasmodica, antimicrobica, antiulcerogenica, cicatrizzante e blandamente sedativa.

Geranio

Del geranio, il nome Pelargonium, deriva dal greco “pelargos” che significa cicogna per via della somiglianza dei frutti con il becco di questo uccello. Chiamato anche Malva d’Egitto, il geranio fu introdotto in Italia da un nobile veneziano che rimase affascinato dai suoi colori.

Il geranio, conosciuto principalmente come pianta ornamentale, presenta importanti proprietà terapeutiche.

Infatti, è antinfiammatorio, lenitivo e antisettico delle mucose, e svolge importanti funzioni antistress.

Lavanda

La lavanda (Lavandula angustifolia) è una pianta della famiglia delle Lamiaceae. Grazie alle proprietà dei suoi oli essenziali, la lavanda è utile per mal di testa, insonnia, tosse e punture di insetto.

La lavanda fu una pianta preziosa agli Antichi Romani che mettevano mazzetti di fiori nell'acqua dei bagni termali e già allora veniva utilizzata come base per raffinati profumi e nella preparazione di decotti e infusi usati per la bellezza della pelle e dei capelli.

In un passato più recente sappiamo che in ogni casa di città o di campagna non c'era armadio o cassettone che non avesse sacchettini di lavanda per profumare la biancheria e tenere lontane le tarme. Infatti, dalle infiorescenze si estrae un'essenza molto pregiata per distillazione in corrente di vapore, spesso eseguita nel posto di raccolta. I fiori per l'erboristeria vengono raccolti all'inizio della fioritura, mentre per le industrie cosmetiche e profumiere nel periodo di massima fioritura.

Malva

La malva (Malva sylvestris) è una pianta appartenente alla famiglia delle Malvaceae e originaria probabilmente del Nordafrica. Grazie alle sue proprietà emollienti e antinfiammatorie, la malva è utile contro la tosse, ma anche per regolare la funzione dell'intestino.

Le virtù emollienti della malva sono conosciute e apprezzate sin dai tempi antichi, infatti, il suo nome deriva dal termine latino mollire cioè “capace di ammorbidire”.

I Greci invece la chiamavano malachè, che significa “rendere morbido”. Ippocrate la raccomandava per le sue proprietà emollienti e lassative, ma era utilizzata anche come cibo dalle persone povere. In effetti, è ottima nelle minestre o lessata e condita con olio e sale.

Rosa Canina

La rosa canina è una specie spontanea appartenente alla famiglia delle Rosaceae. Grazie alle sue proprietà antinfiammatoria e vitaminizzante, è molto utile nella cura di congiuntivite e asma, ma anche per l'assorbimento di calcio e ferro.

Questa pianta deve l’appellativo botanico “canina” a Plinio il vecchio, che riportava di un soldato romano, morso da un cane e guarito dalla rabbia, grazie all'assunzione di un decotto di radici.

La rosa canina era già apprezzata per la sua efficacia nel rafforzare le difese dell'organismo contro infezioni e particolarmente contro il comune raffreddore.

Nel Medioevo era comunemente usata in rimedi tradizionali per problemi alle vie respiratorie, e i frutti erano molto popolari nei dolci.

Il suo impiego ha avuto un ruolo importante nella fornitura di Vitamina C ai bambini britannici durante la seconda guerra mondiale in sostituzione della fonte normale degli agrumi.

Il procedimento usato nel XVIII secolo di ridurre i frutti in purea come forma di assunzione della pianta, ha ceduto il posto all'infuso delle sue bacche essiccate.

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